E come farle, anche!

Chi si espone dovrà sempre fare i conti con i feedback. È una regola che vale per tutti.

Le recensioni positive fanno sempre piacere, sia che queste vengano rilasciate da persone che “se ne intendono”, sia dai profani, senza entrare nel merito di amici e conoscenti.

Per quanto riguarda le recensioni negative, invece, la faccenda è ben diversa.

Quando notiamo le monostelle, il nostro animo si allarma e il pensiero va subito al fatto che ogni stelletta solitaria ci abbasserà la media del feedback. Ma tranquilli, esiste il modo di far risalire l’indice di gradimento e ha la stessa valenza di una recensione negativa lasciata senza che questa dica granché.

Sì, perché le recensioni negative vanno anche sapute interpretare, e se pensate che chi le legge per farsi un’idea del prodotto recensito, non se ne intenda, ci sbagliamo di grosso. In soldoni, una recensione deve saper dire qualcosa al futuro acquirente e migliorare chi offre il prodotto, altrimenti la recensione non è negativa, bensì inutile.

Tizio scrive un libro, il libro finisce online. Lo comprano e Tizio è felice perché sta vendendo. Poi inizieranno a fioccare le recensioni, da ora Tizio sarà meno felice, perché tra quelle positive ve ne sono alcune negative. Ma che vuol dire “recensione negativa”? E in cosa differisce dalla “recensione inutile”?

Le recensioni sono soggettive. Sempre! E questo deve essere chiaro una volta per tutte.

La recensione negativa è un mio punto di vista nei confronti di un’opera che magari a Caia piace. Perché la mia recensione non si trasformi in inutile, dovrò scrivere il mio punto di vista. Gettare una sola stella facendo seguire un commento del tipo “Un libro orrendo! Non lo consiglio”, oppure, “Trovato nella categoria Fantasy e poi è uno stupido Romance”, non implica che quel libro sia brutto, e non fa della recensione una recensione negativa, ma inutile.

Dove sta scritta la regola che in un Fantasy non ci debba essere una storia d’amore?

Perché non si consiglia un libro? Oggettivamente parlando, intendo. Perché non lo consigli? Scrivilo, ovviamente secondo il tuo punto di vista, ma prendi in considerazione altri fattori, tipo la scorrevolezza della storia, anche se non era la storia che ti aspettavi. Se ci sono strafalcioni grammaticali, tanto da appesantire il proseguo della lettura. Se è scritto in modo troppo infantile, se contiene troppi spiegoni e poco pathos. Poi riconsidera la monostella che vorresti lasciare, perché forse, tutto sommato, ne potrebbe meritare anche due o tre.

– La storia è bella, ma è sviluppata male.

– La storia è scritta divinamente, ma è un bolo che non va giù.

– La storia è una mattonata nelle ginocchia ed è pure scritta male.

Da una di queste sintesi si può iniziare a scrivere la recensione, che servirà soprattutto allo scrittore per capire dove abbia sbagliato. Spesso la questione è solo una mancanza di editing, perché lo ripeterò fino all’esasperazione: un beta reader, fosse anche la vostra cara prof di italiano, non sa un bell’accidente di editing.

La cosa si fa diversa quando spuntano gli Haters.

Queste figure, mitologiche quanto i Troll (anche quelli che infastidiscono sui social, non solo quelli che si trovano sui libri fantasy), non ce l’hanno col vostro libro, magari gli è anche piaciuto, ma ce l’hanno con voi. Vi invidiano, vi odiano, vi perseguitano… è una storia vecchia quanto il mondo, e se questa gente vi scova in rete, state certi che fioccheranno monostelle e recensioni inutili.

E la loro inutilità sarà chiara come l’odio nei vostri confronti che trasuderà da quelle tre parole in croce e che loro chiamano recensione negativa.

Ma di libri scritti e buttati in rete a far cassa ce ne sono tanti, quindi come fanno ad avere tutte quelle recensioni positive?

Ve lo dirò nel prossimo articolo. Per adesso metabolizzate questo e Buon Natale!


1 commento

Lida Coltelli · 26 Dicembre 2021 alle 22:37

Molto interessante

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